Il trionfo della Divina Provvidenza
- Alice Maniaci
- 23 giu 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Nel 1633 Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII commissiona a Pietro da Cortona di decorare il salone principale del palazzo di famiglia, edificio costruito nel 1624 da Carlo Maderno e parzialmente modificato dal Bernini.
Pietro da Cortona celebra nella volta l’apoteosi della famiglia Barberini e del nuovo pontefice Urbano VIII con una complessa allegoria.
L'immediato precedente dal punto di vista decorativo è la volta della Galleria Farnese di Annibale Carracci in Palazzo Farnese, nella quale l’artista celebra il "Trionfo di Bacco e Arianna" e altri episodi mitologici.
La scena della volta di palazzo Barberini tratta il “Trionfo della Divina Provvidenza” inquadrata al centro di un’illusionistica cornice architettonica in finto marmo bianco e impreziosita da elementi naturali.
In più punti vi sono figure che fluttuano nello spazio: statue dipinte e ignudi sorreggono finti medaglioni di bronzo in cui sono raffigurati episodi di storia romana che alludono alle virtù della famiglia Barberini: Scipione per la Temperanza, Muzio Scevola per la Fortezza, Tito Manlio per la Giustizia e Fabio Massimo per la Prudenza.

Gli ignudi in finto marmo e i medaglioni sono collegabili a moduli compositivi che Pietro da Cortona poteva aver studiato da altri maestri come Michelangelo nella volta della Cappella Sistina e Raffaello nelle Stanze Vaticane, ripresi poi dal Carracci in palazzo Farnese.
La volta fu affidata al pittore più stimato nella cerchia di Barberini, Pietro da Cortona che la iniziò nel 1632-33; i lavori all'affresco termineranno solo nel 1639 con uno straordinario intreccio di allegorie basate sul soggetto elaborato dal poeta Francesco Bracciolini: l’artista concepisce la narrazione come in enorme vortice di figure, ognuna con un proprio significato per celebrare il governo spirituale del pontefice.
L’allegoria si svolge al centro della scena con la visione del cielo aperto che si dilata all'infinito:
In alto: le figure allegoriche di Fede, Speranza e Carità sorreggono una corona d’alloro che racchiude tre api, emblema della casata; Sopra la corona la Religione mostra le chiavi d’oro, simbolo dell’autorità pontificia, e la personificazione della città si Roma sostiene la Tiara, simbolo del potere spirituale e temporale;
In basso: sopra le nubi la Divina Provvidenza indica con il braccio destro il Trionfo della Religione e del Papato e nella mano sinistra tiene lo scettro con cui comanda il Tempo, sotto di lei invece, tra le nuvole, si intravede Crono e le Tre Parche che filano i destini umani; La Provvidenza è accompagnata dalle Virtù Giustizia, Misericordia, Eternità, Verità, sedute accanto a lei e più in alto alla sua destra l’Immortalità si alza in volo per offrire una ghirlanda di stelle all'insegna di Urbano VIII;
Gli animali agli angoli sono la celebrazione delle virtù del papa: Leone per la fortezza, Liocorno per la purezza, le Orse per la prudenza e infine il Grifone per la Saggezza;

per saperne di più propongo il video di Treccani Scuola.
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