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Orto Botanico dell'Università di Pisa

  • Immagine del redattore: Alice Maniaci
    Alice Maniaci
  • 13 giu 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

L'Orto Botanico dell'Università di Pisa nacque nel 1543 per iniziativa di Luca Ghini, medico e botanico di Imola, con l'appoggio finanziario del granduca di Toscana, Cosimo I de' Medici.

Come data di fondazione, si tratta del più antico Orto botanico universitario al mondo, ma il fatto che la localizzazione originale fosse diversa dall'attuale rende l'Orto botanico di Padova titolare di questo primato: il primitivo orto pisano sorgeva infatti nel giardino annesso al Convento di San Vito, nei pressi della Cittadella e dell'Arsenale mediceo, ed era per l'appunto denominato Giardino dell'Arzinale o Giardino dei semplici.

Qualche anno più tardi, con la demolizione del suddetto convento, l'orto si estese anche nella zona da esso occupata. Nel 1563, sotto la guida del botanico Andrea Cesalpino, a causa dell'espansione dell'Arsenale l'orto fu trasferito in una seconda sede, nella zona nord-orientale della città, nei pressi dell'Orto del Convento di Santa Marta.

Neanche questa sede risultò tuttavia soddisfacente, sia per la cattiva esposizione che per la distanza dalla sede dell' Università. Così nel 1591 l'Orto, sotto la direzione di Lorenzo Mazzanga, fu trasferito nella attuale localizzazione, presso la celebre Piazza del Duomo, in un terreno acquistato appositamente dal Granduca Ferdinando I.

L'ingresso principale dell'Orto fu aperto nella seconda metà del XVIII secolo.

La disposizione delle piante all'interno dell'Orto, come risulta da una mappa pubblicata da Michelangelo Tilli nel 1723, era ispirata ai canoni stilistici comuni a molti giardini dell'epoca con allusione ai quattro elementi: il quadrato per quelli terrestri, il cerchio per quelli celesti, il triangolo per il fuoco e le vasche per il riferimento diretto all'acqua. Le specie erano infatti collocate in otto grandi aiuole quadrate, a loro volta suddivise in porzioni più piccole di forma geometrica definita, simmetricamente disposte intorno a otto fontane con vasca.

Nel XIX secolo l'Orto subì sostanziali cambiamenti: l'impianto cinquecentesco delle grandi aiuole venne smantellato per dare spazio ad aiuole più piccole, di forma rettangolare, intercalate da viali e muretti, al cui centro si trovavano sei residue fontane con vasca originaria (attualmente quattro perché due sono state tolte per costruire un piccolo edificio, probabilmente un secondo museo). Tali trasformazioni, attuate in varie fasi dai prefetti Gaetano Savi, Pietro Savi e Teodoro Caruel, rifletterono le mutate esigenze della botanica in base alle quali le piante vengono classificate e presentate secondo criteri scientifici che evidenziano le affinità biologiche. A lavoro ultimato si contavano 148 aiuole con più di 2.000 specie disposte in ordine sistematico.

All'assetto planimetrico attuale si giunse verso la fine del XIX secolo, dopo una ulteriore serie di modifiche ed ampliamenti che portano l'Orto a coprire una superficie di circa 3 ettari.



IL MUSEO BOTANICO


Il Museo Botanico, inaugurato il 28 ottobre 2016 ed aperto al pubblico il aprile 2017, è ospitato nel Palazzo delle Conchiglie, ex Istituto di botanica, così chiamato per la sua facciata interamente decorata nel 1752 in stile grottesco mediante l'uso di conchiglie. Il percorso museale si snoda per sette sale espositive disposte su due piani.


  • Nella prima sala, oltre al ritratto del fondatore dell'orto Luca Ghini, si può ammirare l'antico portone scolpito in noce un tempo posto all'accesso del Giardino dei Semplici in via Santa Maria e una campa con in rilievo lo stemma mediceo.

  • La seconda sala ospita una replica della Wunderkammer che era stata creata agli inizi del ‘500 proprio in questa palazzina, per volere di Ferdinando I e che costituì il primo nucleo di quello che oggi è il museo di storia naturale dell'Università di Pisa.

  • La terza sala ospita la collezione storica di ritratti dei semplicisti, naturalisti e direttori dell'orto; questi ritratti erano posti insieme a delle gigantesche ossa di balena nella galleria d'ingresso all'orto di via Santa Maria e avevano una funzione celebrativa. Insieme ai ritratti in questa sala è esposto il Catalogus Plantarum Horti Pisani, ovvero il catalogo delle piante dell'orto pisano di Michelangelo Tilli, pubblicato nel 1723 e corredato di immagini.


Catalogus Plantarum Horti Pisani, Michelangelo Tilli,1723.

  • La quarta sala è dedicata a Gaetano Savi, prefetto dell'orto e direttore del museo, e al botanico Giuseppe Raddi.

  • Nella quinta sala sono esposti alcuni splendi modelli di funghi in gesso e in cera. Quest’ultimi furono realizzati da Luigi Calamai, ceroplasta che lavorò anche alla realizzazione delle cere anatomiche dell'università di Firenze. Sempre in questa sala sono ospitati altri modelli in cera di frutti e piante realizzati tra il 1836 e il 1839, sotto la direzione del professore Giovan Battista Amici, da Calamai assieme al suo allievo Egisto Tortori. Degno di nota è il modello raffigurante la fecondazione della zucca che fu presentato per la prima volta alla presenza del Granduca Leopoldo II, in occasione della prima riunione degli scienziati italiani tenutasi proprio in questo orto nel 1839. Il restauro dei modelli è stato eseguito dall'Opificio delle pietre dure di Firenze.

  • La penultima sala è dedicata a Teodoro Caruel e a Giovanni Arcangeli. Qui, tra i vari reperti, sono esposti anche alcuni campioni e preparati di piante da fibra acquistati all'Esposizione coloniale di Marsiglia del 1906.

  • Nell'ultima sala sono esposti alcuni campioni provenienti dagli erbari, alcune tavole didattiche ottocentesche ed altre prodotte tra la fine del 800 e la prima metà del 900, alcuni reperti paleobotanici e al centro della sala un grande tavolo ricavato da una sezione trasversale del tronco di una quercia.



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